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Psicodramma democratico | La direzione del Pd deve decidere finalmente quando e come fare le primarie – Linkiesta.it

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La decisione definitiva su quando e come fare le primarie del Pd è attesa per oggi, con la direzione Dem. L’ultima assemblea del partito aveva fissato la data al prossimo 19 febbraio, ma il rinvio al 26 ormai è quasi certo. Più difficile la scelta sulle modalità di voto per eleggere il nuovo segretario: si dovrebbe discutere della possibilità di votare anche online, ma sembra che la proposta abbia poche possibilità di passare.

Per il momento, di certo ci sono i quattro candidati: Gianni Cuperlo, Paola De Micheli, Stefano Bonaccini e Elly Schlein. Quest‘ultima continua a chiedere il voto online, nonostante gli altri candidati alla segreteria siano contrari. I suoi sostenitori – come racconta il Corriere – ventilano da una settimana la possibilità di presentare un ordine del giorno nella direzione per far votare la loro proposta, pur sapendo che spaccherà i Dem e che comunque non passerà.

Il tutto mentre il partito è dato in calo nei sondaggi (Swg ieri gli attribuiva addirittura il 14%). Ma a preoccupare gran parte dei dirigenti del Pd è la deriva che sembra prefigurare questa insistenza sul voto online, perché potrebbe portare a una non accettazione del voto dei gazebo in caso di vittoria di Stefano Bonaccini, e a una nuova scissione.

Per questa ragione, il segretario uscente Enrico Letta ieri avrebbe telefonato ai quattro candidati, spiegando che non si possono cambiare le regole a un mese dalle primarie e chiedendo che non ci siano forzature o lacerazioni.

Alessandro Alfieri, portavoce di Base riformista, la corrente di Lorenzo Guerini, che sostiene la candidatura del presidente dell’Emilia-Romagna, spiega: «Noi siamo per le primarie vere. Seggi e gazebo diffusi in tutti i territori. Se dobbiamo ricostruire il Pd serve far uscire le persone di casa, guardarle negli occhi, parlarci, prendersi anche qualche insulto… Solo così si può provare a ripartire». Dello stesso avviso Paola De Micheli: «Si deve votare nei gazebo per incontrarci e discutere».

Ma Alessandro Zan, sostenitore di Schlein, è di parere opposto: «Non ci può essere alcun timore verso uno strumento che favorisce la partecipazione». E Schlein – che è la candidata più giovane – continua a insistere, visto che gode di maggiore sostegno tra i semplici simpatizzanti del partito piuttosto che tra i suoi iscritti più abituati a frequentare le sedi fisiche del partito in cui normalmente si vota.

Per introdurre il voto online, tra l’altro, andrebbe cambiato anche il regolamento interno, che prevede una votazione in due fasi: nella prima, una settimana prima della data prescelta, votano soltanto gli iscritti al partito per tutti e quattro i candidati; la seconda, in cui votano anche i simpatizzanti versando un piccolo contributo economico, è un ballottaggio tra i due candidati più votati al primo turno.

Bonaccini alla fine ieri ha diffuso una nota molto dura: «Le regole del nostro congresso sono state già cambiate per consentire a chi non era del Pd di partecipare. La sola ipotesi che si possa spaccare il partito per cambiarle ancora a congresso già in corso, anziché confrontarsi su come rilanciarlo, sarebbe sciagurata». Anche la candidata vicesegretaria di Bonaccini, Pina Picierno, ha criticato apertamente la proposta.

Insomma, il clima nel partito è tutt’altro che tranquillo. A chiedere espressamente il rinvio delle primarie sono stati i dirigenti del partito nel Lazio e in Lombardia, per distanziarle un po’ di più dal giorno delle elezioni regionali che saranno il 13 febbraio, evitando così sovrapposizioni nelle rispettive preparazioni. Sembra che almeno la data del 26 vada bene a tutti i candidati e le candidate.

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